Tra suspense, colpi di scena e riflessioni profonde sulla disumanizzazione, La Zona Nera esplora i limiti dell’umanità in un mondo dove la sopravvivenza stessa diventa un atto di ribellione.
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ESTRATTO
…….”Per favore, aiutami!” supplicò. “Sono al limite.”
Sorpreso, Mino lo fissò, incapace di comprendere. “Nascondimi!”, implorò l’uomo, aggrappandosi al suo braccio. “Stanno per arrivare.”
“Chi sei?” Lo interrogò. “Cosa vuoi da me?” L’uomo, con un gemito disperato, lo spintonò con un aria di disprezzo e riprese la sua fuga. Quasi immediatamente, un individuo imponente e armato, apparve dall’arco, lanciandogli uno sguardo carico di minaccia. “Non gli avrai certo dato una mano?” lo interrogò con tono allarmante. “Devi sapere che è proibito aiutarlo!” L’inseguito era evidentemente un reietto.
Solo allora Mino realizzò la situazione. L’uomo armato portava il distintivo della Federp sulla giacca. Chiamò un compagno dall’arco, e un altro cacciatore armato si affacciò. “L’hai assistito?” domandò, fissandolo con occhi fiammeggianti. “No”, rispose prontamente lui cercando di mantenere un tono sicuro. Abbandonarono Mino sul posto, inseguendo l’uomo minuto. Quasi senza pensarci, li seguì, assistendo per la prima volta a una tale caccia, solitamente riservata a luoghi più isolati.
Osservò il poveraccio cadere sulla neve, lanciando un urlo disperato. Uno dei cacciatori puntò l’arma e sparò, il suono ruppe il silenzio della strada. Mino si fermò, soffocato dall’orrore. Era consapevole delle leggi, ma mai prima d’ora ne aveva visto un’applicazione tanto crudele. Il fuggiasco era stato colpito, cadendo inerme. I cacciatori lo raggiunsero, uno si piegò su di lui mentre l’altro comunicava tramite un dispositivo. Avvicinandosi con cautela, ancora sconvolto, udì il rombo di un jadecottero che scendeva, sollevando la neve. I cacciatori caricarono il corpo sul veicolo, pronto a decollare. Salutati dal pilota, marciarono via mentre il velivolo si alzava, diventando un puntino nel cielo. Avvicinatosi ai cacciatori, Mino commentò con voce vuota: “Non aveva scampo.” “Vattene, sciocco!” lo rimproverò il più robusto, visibilmente irritato. “È da due giorni che lo bracchiamo. Ha avuto le sue possibilità, come chiunque altro.” Intuì di poter incorrere in guai se insisteva, quindi balbettò un imbarazzata scusa e si allontanò. Dalle loro risate beffarde, uno di loro lanciò un’avvertenza: “Arriveremo anche a te, presto o tardi.”
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